L’unica santa Valeriana che porta questo nome, si trova in un gruppo di quattro martiri di Aquileia, commemorate nel ‘Martirologio Geronimiano’ al 17 giugno. Esse sono Ciria, Musca, Valeriana e Maria; purtroppo l’antichità dei libri liturgici, la sorte distruttiva toccata all’antica città veneta di Aquileia, fondata dai romani nel 181 a.C., tramite l’invasione di Alarico nel 401 e poi interamente da Attila nel 452, hanno fatto perdere notizie certe sulle quattro martiri. Ad ogni modo solo le prime due venivano ricordate prima nella liturgia aquilese e poi in quella udinese; l’antico breviario le considera sorelle, le quali disprezzarono la vita mondana e si consacrarono come vergini, al servizio di Cristo, dedicandosi Ciria alla vita contemplativa e Musca o Mosca a quella attiva. Subirono il martirio ad Aquileia, perché durante le persecuzioni del I-II secolo, non si riuscì a farle sacrificare agli idoli. Delle altre due non vi sono ricordi particolari nei primi breviari aquilesi e non si sa perché Valeriana e Maria, sono accomunate come martiri anch’esse, con le due sorelle nel Martirologio Geronimiano. Fra l’altro specie Valeriana è stata confusa negli studi agiografici, a volte con la martire africana Valeria venerata il 16 giugno o con la martire Valeria romana o milanese, venerata al 18 giugno. È stata confusa anche con il santo vescovo aquilese Valeriano, che si celebra il 27 novembre. Purtroppo siamo nel campo delle ipotesi e la distruzione di Aquileia e l’abbandono dei suoi abitanti, rifugiatosi nella laguna di Grado, non aiuta certamente ad identificare o sapere qualcosa di preciso su di loro, così lontane nel tempo, ma sempre splendenti dell’aureola dei martiri, nella storia del Cristianesimo.
Autore: Antonio Borrelli
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