I Bollandisti hanno pubblicato in Anal. Boll. la passio di Zota tratta dal Magnum Legendarium Austriacum. del sec. XII e da loro giudicata di dubbia fede. Secondo questa passio, Zota fu arrestato dal giudice Dadio, mandato appositamente dall'imperatore Massimiano, nella pentapoli africana (Cirene), allo scopo di perseguitare i cristiani. Avendo Zota rífiutato di fare sacrifici agli dèi e di riconoscerne l'autorità, fu ripetutamente sottoposto ai piú vari tormenti fino a che, sul punto di morire, esclamò: "Suscipe Domine animam meam"! Per ordine del giudice il suo corpo fu seppellito in un luogo ignoto, affinché i cristiani non lo potessero onorare. Ma il vescovo Teodoro, aggiogati due buoi ad un carro e salitovi sopra di notte, chiese tra le lacrime a Gesú Cristo che gli venisse mostrato il posto in cui erano nascoste le ossa. I buoi riuscirono cosí miracolosamente a trovarle e, postisi nuovamente in cammino, si fermarono solo quando giunsero ad una villa chiamata Tribilia, non lontano da Adradianes (il Ferrari traduce villa Adriana); in questa località fu ben presto costruita una chiesa in onore del martire. A Belluno sono venerate le reliquie di s. Ioatha, patrono minore della città, col quale secondo i Bollandisti si deve identificare il nostro Zota, data la completa somiglianza fra la passio e il compendio che il Ferrari riporta a proposito del martire Ioatha. La sua festa viene celebrata il 22 maggio.
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