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> Home > Sezione D > Beata Daniela di San Barnaba (Vicenta Achurra Gogenola) Condividi su Facebook Twitter

Beata Daniela di San Barnaba (Vicenta Achurra Gogenola) Vergine e martire

31 luglio

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Berriatúa, Spagna, 4 aprile 1890 – Barcellona, Spagna, 31 luglio 1936

Suor Daniela di San Barnaba (Vicenta Achurra Gogenola) faceva parte delle Suore Carmelitane Missionarie, fondate dal Beato Francesco di Gesù Maria Giuseppe (Francisco Palau y Quer). Dopo vari servizi in numerose case della congregazione, risiedette nella Casa madre di Gracia, in Barcellona. Allo scoppio della guerra civile spagnola, Il 31 luglio 1936, mentre accudiva un malato a domicilio alternandosi con la consorella suor Gabriella di San Giovanni della Croce (Francisca Pons Sardá), fu invitata a non tornare in convento. Entrambe le suore chiesero ospitalità nella casa di un farmacista, ma vennero catturate da alcuni miliziani comunisti e fucilate in Barcellona, sulla strada de La Rabassada, il 31 luglio 1936. Comprese con altre due consorelle in un elenco di 64 martiri, il cui processo congiunto si è svolto nella diocesi di Barcellona, sono state beatificate il 28 ottobre 2007 a Roma.



Nascita e vocazione
Vicenta Achurra Gogenola nacque il 4 aprile 1890 a Berriatúa in Biscaglia, penultima dei sei figli di una famiglia povera, ma profondamente religiosa. Fu battezzata il giorno dopo la nascita nella chiesa parrocchiale dedicata a san Pietro.
A 25 anni scelse di consacrarsi a Dio tra le suore Carmelitane Missionarie: iniziò il noviziato nel 1915, presso la Casa madre di Gracia, Barcellona. Professò i voti temporanei il 16 ottobre 1916 e quelli perpetui il 17 ottobre 1921. Assunse il nome religioso di suor Daniela di San Barnaba.
Iniziò la sua missione nelle comunità di Las Corts (Barcellona), nel Seminario diocesano di Barcellona, nell’Asilo di Badalona. Offrì poi la sua carità ai ciechi dell’Ospizio di Santa Lucia a Barcellona e, infine, di nuovo a Barcellona, in Casa Madre, prestando le sue cure ai malati a domicilio.

Il carattere e il suo stile di servizio
Le sue consorelle la ricordarono così: gioviale, buona, gran lavoratrice, di buona compagnia, molto devota, particolarmente al Sacro Cuore di Gesù e alla Madonna del Carmine. Dotata di un notevole senso dell’umorismo, durante le ricreazioni al noviziato faceva ridere le compagne imitando la voce e i gesti del predicatore di turno.
Aveva però un carattere vivace e tendente al nervosismo, specie quando i lavori si accumulavano: tuttavia, riconosceva presto di aver avuto reazioni brusche e se ne scusava di fronte al superiore e alle consorelle.
Se le giovani postulanti, basche come lei, dovevano allontanarsi per qualche giorno di vacanza, le suppliva volentieri. In più, anche i malati non sapevano staccarsi da lei: ce ne fu uno che inizialmente si rifiutava di ricevere le sue cure, ma dopo una settimana, si oppose alla sua sostituzione.

Nella persecuzione della guerra civile
Nel gennaio 1935, suor Daniela tornò al paese natale per assistere sua madre, in fin di vita. Rientrata a Gracia, ebbe un incarico speciale: doveva riunire nove giovani postulanti e accompagnarle nel lungo viaggio verso Barcellona; il punto di ritrovo era la stazione di Castejón, presso Saragozza.
Durante il tragitto, fece di tutto per renderlo meno faticoso: guidò la preghiera del Rosario e insegnò alle postulanti alcuni canti religiosi. Tentava di allontanare il pensiero che, tra un canto e una preghiera aleggiava tra loro: il martirio, dovuto alla complicata situazione politica spagnola e di Barcellona. Suor Daniela ripeté più volte alle ragazze che non dovevano aver paura. E diceva: «Anche se saremo martiri, non importa».
Dopo quel servizio, come detto sopra, suor Daniela passò a occuparsi dei ciechi all’Ospizio di Santa Lucia e all’assistenza domiciliare ai malati. Risiedeva in Casa madre, ma si dirigeva nella vicina Pedralbes.
Per alcuni mesi, suor Daniela si diede il cambio, con la consorella suor Gabriella di San Giovanni della Croce, nell’accudire lo stesso malato a Pedralbes: andavano senza interruzione, da lunedì al sabato, viaggiando in tram, anche dopo lo scoppio della guerra civile spagnola, ovvero il 18 luglio 1936.

Il martirio
Il 31 luglio, la famiglia del malato invitò le suore ad abbandonare il convento: era troppo rischioso tornare a Gracia. Suor Gabriella telefonò a sua nipote, che era di servizio nella farmacia dei signori Boqué, i quali offrirono un nascondiglio a lei e a suor Daniela nel loro appartamento, contiguo alla farmacia. Vi si diressero travestite alla meglio, ma era palese che fossero delle religiose.
A pochi passi dalla farmacia, furono fermate da una pattuglia di miliziani. La portinaia di casa Boqué, che le stava aspettando, vide che vennero catturate, insultate e spinte su un camioncino. Il signor Boqué fece inseguire il mezzo da un dipendente della farmacia, ma tutto fu vano. Di lì a poco, infatti, le suore vennero fucilate, fuori dalla città, sulla strada de La Rabassada.
Suor Daniela aveva 46 anni, di cui 20 trascorsi come Carmelitana Missionaria. Suor Gabriella, invece, ne aveva dieci di più, ma aveva 28 anni di vita religiosa.
L’indomani, 1° agosto, vennero raccolti i cadaveri di suor Daniela, suor Gabriella e di altre due suore della loro stessa congregazione, provenienti dalla casa di Vilarrodona e uccise nello stesso luogo: suor Speranza della Croce e suor Maria Rifugio di Sant'Angelo. Dopo l’autopsia, i quattro corpi vennero seppelliti in una fossa comune.

La causa di beatificazione
Le quattro Carmelitane Missionarie sono state incluse in una causa che comprendeva in tutto 64 presunti martiri: oltre a loro, 44 Fratelli delle Scuole Cristiane, 14 Carmelitani Scalzi, 1 Suora Carmelitana della Carità e un seminarista.
Per tutti loro si è svolto un unico processo: ottenuta l’autorizzazione della Sacra Congregazione dei Riti (cui un tempo competevano le cause di beatificazione e canonizzazione), le sessioni si sono celebrate dal 13 novembre 1952 al 7 giugno 1959.
L’inchiesta diocesana è stata convalidata il 18 ottobre 1991 e, quindi, è stata composta la “Positio super martyrio”, esaminata positivamente dai vari componenti della Congregazione delle Cause dei Santi. Infine, il 22 giugno 2004, il Papa san Giovanni Paolo II ha autorizzato la promulgazione del decreto che dichiarava martiri, quindi, anche suor Daniela, suor Gabriella, suor Rifugio e suor Speranza.
I 64 martiri nei quali erano comprese sono stati beatificati a Roma il 28 ottobre 2007, in un rito che elevava agli altari in tutto 498 Religiosi e Laici accomunati dal martirio avvenuto durante la persecuzione della guerra civile spagnola.


Autore:
Emilia Flocchini

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Aggiunto/modificato il 2017-02-21

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